articolo smith - rubrica sulla narrativa fantastica

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Paolo Vigneri
     
    .

    User deleted


    Qualche premessa. Non ho mai scritto granchè, quel poco che ho scritto l'ho fatto anni e anni fa. Perciò pretendo che siate spietati. Nulla di strano che sia da cestinare e da riscrivere totalmente.
    Si tratta di circa 5230 caratteri senza la traduzione della poesia, di circa 6100 con la traduzione. Certo...l'incolonnamento della poesia cambia un po le carte in tavole, dovrò perciò consultarmi con i grafici anche tenendo conto delle immagini di Onikarus che volevo inserire.




    Il bizzarro caso di Clark Ashton Smith

    La narrativa weird e fantastica ha avuto una casa natia, la rivista americana Weird Tales. Fondata nel 1923 e chiusa nel 1954, nel suo periodo d’oro a cavallo fra gli anni ‘20 e ‘30, lanciò 3 grandi autori: H.P. Lovecraft, Robert E. Howard e Clark Ashton Smith.
    I tre erano amici e corrispondenti pur non essendosi mai incontrati. Soltanto i primi due hanno però ottenuto post mortem fama e rispetto, basti ricordare gli adattamenti e gli omaggi cinematografici, fumettistici e narrativi ispirati dalla loro produzione letteraria. Smith non è stato altrettanto fortunato, se proprio di fortuna si può parlare per i due colleghi morti uno in difficoltà economiche e l’altro suicida, di lui invece poco si è detto, poco si è pubblicato e negli ultimi decenni in Italia nulla è stato ristampato.
    Nato nel 1893 in California, condusse volontariamente gran parte della sua vita recluso in una casa di legno fra i boschi e solo a 32 anni abbandonò il suo primo amore, la poesia, per iniziare a scrivere racconti. Iniziò appunto con The Ninth Skeleton nel 1928 e da qui al 1936 scrisse più di cento racconti. Ancora oggi si ignorano i motivi per cui poco dopo, raggiunta la quarantina, smise praticamente di scrivere, per poi morire nel 1961 a 68 anni dedicando gli ultimi 25 anni della sua vita alla scultura.
    Totalmente autodidatta, non frequentò scuole o università, ma sosteneva di aver letto svariate volte diverse enciclopedie. Di fatto un uomo isolato dal suo secolo, che riuscì comunque ad elaborare uno stile narrativo monumentale, lapidario ed evocativo. Non si limitò a scrivere racconti e poesie ma si dilettava anche con la pittura, la scultura e la traduzione dal francese e dallo spagnolo.
    La sua prosa è fortemente influenzata da Chambers, Poe, Bierce e Flaubert, risulta infatti più vicina a questi autori che ad altri scrittori del macabro, è ad esempio decisamente più ricca e personale di quella Lovecraftiana.
    I suoi racconti possono essere suddivisi in diversi gruppi: quelli di Hyperborea ed Atlantide mitici ed immaginari, quelli medievali di Malneant e Averoigne oppure quelli ambientati sul pianeta Xiccarph. Probabilmente però la sua creazione più memorabile è quella dei racconti del ciclo di Zothique.
    Zothique, ultimo continente della terra in un epoca remotissima in cui il sole si sta ormai spegnendo. La scienza ormai dimenticata è stata sostituita dalle tenebrose arti della stregoneria. Riporto le parole spese da Lin Carter (scrittore e saggista molto in vista nel panorama fantasy) nel descrivere tale luogo: “Un mondo cupo, denso di antichi misteri, in cui sovrani lussuriosi e decadenti ed eroi erranti cercano l’avventura tra paesaggi bui, opponendo la loro forza e la loro saggezza a possenti stregoni e divinità aliene, sotto un sole morente”.
    Proprio con Zothique si da inizio al meraviglioso sottogenere fantascientifico delle terre morenti che vede fra i più suoi illustri rappresentanti Jack Vance con il “ciclo della terra morente”, “Il lungo meriggio della terra” di Brian Aldiss e il “ciclo del sole nuovo” di Gene Wolfe. Probabilmente in futuro proverò a parlarvi in maniera specifica di questo argomento, è vasto e molto interessante. Per il momento mi limito a darvi la splendida notizia che Mondadori a fine anno dovrebbe ristampare buona parte dei racconti di Smith in volume unico nella collana Draghi, credetemi se vi dico che gli amanti dell’autore aspettano questo giorno da parecchio tempo. Potrebbe essere l’occasione per una riscoperta e una valorizzazione dell’autore, nonostante le librerie con sezioni fantasy sempre meno fantasiose e piene zeppe di vampiri innamorati, maghetti ribelli e delle solite lucrose ristampe. Sono (e non solo io) convinto che il minor successo dell’autore rispetto ad altri suoi più blasonati colleghi sia dettato da motivi futili e/o dal caso, nulla a che vedere con la qualità e l’intensità dei suoi scritti.
    Spero che con queste poche parole sia riuscito a stimolare un po della vostra curiosità e vi lascio con la poesia scritta da Smith (nella bella traduzione di Roberta Rambelli) per presentare il mondo di Zothique, confido di suscitare così anche un po della vostra meraviglia:

    Zothique (da The Dark Chateau and Other Poems, 1951)

    Colui che ha calpestato le ombre di Zothique
    E ha guardato il suo obliquo rosso-brace
    Mai più tornerà alla vecchia terra,
    Dimorerà su una costa lontana,
    Dove città si sgretolano nella nera sabbia marina,
    E gli dei morti bevono acqua salmastra.

    Colui che ha conosciuto i giardini di Zothique
    Dove sanguinano i frutti lacerati dal becco del simorgh,
    Non assapora i frutti di più verdi emisferi:
    E sotto lontani pergolati,
    Nei cicli dei tramonti di anni più bui,
    Sorseggia un vino di amaranto.

    Colui che ha amato le folli fanciulle di Zothique
    Non tornerà a cercare un amore più dolce,
    Nè distinguerà il bacio del vampiro da quello dell’amante:
    Per lui lo spettro scarlatto
    Di Lilith, dall’ultima necropoli del tempo,
    Si leva appassionato e maligno.

    Colui che ha navigato sulle galee di Zothique
    E ha visto grandeggiare le strane guglie e i picchi,
    Deve affrontare ancora il tifone inviato dall’incantatore,
    E prendere il posto del timoniere,
    Su oceani scatenati dalla luna mutata
    O dal Segno ricreato.

    (testo originale)
    He who has trod the shadows of Zothique
    And looked upon the coal-red sun oblique,
    Henceforth returns to no anterior land,
    But haunts a later coast
    Where cities crumble in the black sea-sand
    And dead gods drink the brine.
    He who has known the gardens of Zothique
    Were bleed the fruits torn by the simorgh's beak,
    Savors no fruit of greener hemispheres:
    In arbors uttermost,
    In sunset cycles of the sombering years,
    He sips an amaranth wine.
    He who has loved the wild girls of Zothique
    Shall not come back a gentler love to seek,
    Nor know the vampire's from the lover's kiss:
    For him the scarlet ghost
    Of Lilith from time's last necropolis
    Rears amorous and malign.
    He who has sailed in galleys of Zothique
    And seen the looming of strange spire and peak,
    Must face again the sorcerer-sent typhoon,
    And take the steerer's post
    On far-poured oceans by the shifted moon
    Or the re-shapen Sign.

    Edited by Paolo Vigneri - 6/6/2017, 20:34
     
    .
  2. Simone Cilli
     
    .

    User deleted


    Letto Paolo, anche qui, praticamente ci siamo. Prima dell'ora buia della pubblicazione daremo una ripassata formale per qualche refuso e proveremo a rendere più agevole la lettura, ma non ci sono interventi strutturali da fare.
    Le uniche notazioni sono:
    lascerei la poesia non tradotta, e soprattutto il finale. Essendo una rubrica, tenderei allo snellimento del pezzo, e a mio avviso l'ultima parte è superflua, quella in cui parli dei fantasy ora in libreria ecc... Anche la parte prima in cui ne consigli la lettura, direi che è implicita in quanto detto sopra.
    A mio avviso si potrebbe far così:

    Il bizzarro caso di Clark Ashton Smith

    La narrativa weird e fantastica ha avuto una casa natia, la rivista americana Weird Tales. Fondata nel 1923 e chiusa nel 1954, nel suo periodo d’oro a cavallo fra gli anni ‘20 e ‘30, lanciò 3 grandi autori: H.P. Lovecraft, Robert E. Howard e Clark Ashton Smith.
    I tre erano amici e corrispondenti pur non essendosi mai incontrati. Soltanto i primi due hanno però ottenuto post mortem fama e rispetto, basti ricordare gli adattamenti e gli omaggi cinematografici, fumettistici e narrativi ispirati dalla loro produzione letteraria. Smith non è stato altrettanto fortunato, se proprio di fortuna si può parlare per i due colleghi morti uno in difficoltà economiche e l’altro suicida, di lui invece poco si è detto, poco si è pubblicato e negli ultimi decenni in Italia nulla è stato ristampato.
    Nato nel 1893 in California, condusse volontariamente gran parte della sua vita recluso in una casa di legno fra i boschi e solo a 32 anni abbandonò il suo primo amore, la poesia, per iniziare a scrivere racconti. Iniziò appunto con The Ninth Skeleton nel 1928 e da qui al 1936 scrisse più di cento racconti. Ancora oggi si ignorano i motivi per cui poco dopo, raggiunta la quarantina, smise praticamente di scrivere, per poi morire nel 1961 a 68 anni dedicando gli ultimi 25 anni della sua vita alla scultura.
    Totalmente autodidatta, non frequentò scuole o università, ma sosteneva di aver letto svariate volte diverse enciclopedie. Di fatto un uomo isolato dal suo secolo, che riuscì comunque ad elaborare uno stile narrativo monumentale, lapidario ed evocativo. Non si limitò a scrivere racconti e poesie ma si dilettava anche con la pittura, la scultura e la traduzione dal francese e dallo spagnolo.
    La sua prosa è fortemente influenzata da Chambers, Poe, Bierce e Flaubert, risulta infatti più vicina a questi autori che ad altri scrittori del macabro, è ad esempio decisamente più ricca e personale di quella Lovecraftiana.
    I suoi racconti possono essere suddivisi in diversi gruppi: quelli di Hyperborea ed Atlantide mitici ed immaginari, quelli medievali di Malneant e Averoigne oppure quelli ambientati sul pianeta Xiccarph. Probabilmente però la sua creazione più memorabile è quella dei racconti del ciclo di Zothique.
    Zothique, ultimo continente della terra in un epoca remotissima in cui il sole si sta ormai spegnendo. La scienza ormai dimenticata è stata sostituita dalle tenebrose arti della stregoneria. Riporto le parole spese da Lin Carter (scrittore e saggista molto in vista nel panorama fantasy) nel descrivere tale luogo: “Un mondo cupo, denso di antichi misteri, in cui sovrani lussuriosi e decadenti ed eroi erranti cercano l’avventura tra paesaggi bui, opponendo la loro forza e la loro saggezza a possenti stregoni e divinità aliene, sotto un sole morente”.
    Proprio con Zothique si da inizio al meraviglioso sottogenere fantascientifico delle terre morenti che vede fra i più suoi illustri rappresentanti Jack Vance con il “ciclo della terra morente”, “Il lungo meriggio della terra” di Brian Aldiss e il “ciclo del sole nuovo” di Gene Wolfe. Probabilmente in futuro proverò a parlarvi in maniera specifica di questo argomento, è vasto e molto interessante. Per il momento mi limito a darvi la splendida notizia che Mondadori a fine anno dovrebbe ristampare buona parte dei racconti di Smith in volume unico nella collana Draghi, credetemi se vi dico che gli amanti dell’autore aspettano questo giorno da parecchio tempo. Potrebbe essere l’occasione per una riscoperta e una valorizzazione dell’autore, nonostante le librerie con sezioni fantasy sempre meno fantasiose e piene zeppe di vampiri innamorati, maghetti ribelli e delle solite lucrose ristampe. Sono (e non solo io) convinto che il minor successo dell’autore rispetto ad altri suoi più blasonati colleghi sia dettato da motivi futili e/o dal caso, nulla a che vedere con la qualità e l’intensità dei suoi scritti.
    Spero che con queste poche parole sia riuscito a stimolare un po della vostra curiosità e vi lascio con la poesia scritta da Smith (nella bella traduzione di Roberta Rambelli) per presentare il mondo di Zothique, confido di suscitare così anche un po della vostra meraviglia:

    Tolta questa parte, aggiungerei giusto una notazione sulla ristampa Mondadori (come già fai) con tono un po' più distaccato e poi la breve intro alla poesia dell'autore.
    In genere (a meno che non sia un blog) si evita in articoli di critica di parlare direttamente al lettore e si tenta di instillare la curiosità in maniera implicita
     
    .
  3. Paolo Vigneri
     
    .

    User deleted


    Va benissimo Cillo. Quanto prima posto una conclusione corretta :)
     
    .
2 replies since 6/6/2017, 19:15   57 views
  Share  
.